La dimensione dell’emergenza imposta dalla diffusione dell’epidemia COVID-19 ha messo legittimamente in secondo piano l’influenza stagionale e le infezioni para influenzali. Questi disturbi vengono frequentemente sottovalutati e gestiti spesso in maniera troppo disinvolta. In tempi liberi dall’attuale quarantena, stare in casa bloccati da un virus sarebbe stato impensabile, così come la prudenza in convalescenza, praticamente assente perché totalmente incompatibile con i nostri stili di vita. Quale supporto al nostro organismo possono dare le vitamine dopo l’influenza?
Ma prendersi cura del proprio corpo in fase di guarigione da una malattia, anche banale (e l’influenza non lo è) e vissuta senza complicazioni, è doveroso, almeno se si vogliono accorciare il più possibile i tempi di ripresa per tornare alla abituale efficienza.
Fingere di essere guariti non appena la temperatura si normalizza espone al rischio di recidive, circostanze spesso peggiori delle malattie che le hanno generate.
Vitamine dopo l’influenza: quali sono veramente utili?
Le vitamine, dopo l’influenza, possono rappresentare un supporto per la ripresa. La loro importanza nell’alimentazione giustifica le raccomandazioni in merito, sia in condizioni di salute che durante i periodi di convalescenza.
I motivi per i quali è utile seguire una dieta ricca di vitamine dopo l’influenza sono diversi.
Se l’infezione virale ha colpito l’apparato gastroenterico e ha causato vomito o dissenteria, la presenza di vegetali sulla tavola può contribuire a ripristinare il bilancio idrosalino. In questo caso, è consigliabile scegliere frutta e verdura non molto ricca di fibre, per non irritare la mucosa di stomaco e intestino, già infiammata dall’azione del virus. Verdure come la zucca, i pomodori e i peperoni e la frutta, prevalentemente cotta e comunque sbucciata, forniscono fibre in piccola quantità e non infastidiscono la parete intestinale.
Può essere d’aiuto, in circostanze di particolare necessità come la debolezza post influenza, ricorrere all’assunzione di integratori a base di sali minerali (in particolare magnesio e potassio) e sostanze, quali la creatina e la beta-alanina, che possono contrastare la sensazione di affaticamento.
Per sostenere la guarigione ed accelerare la ripresa, meglio optare per pasti leggeri, che forniscano il corretto apporto calorico e nutritivo a fronte di uno sforzo limitato del sistema digerente.
Fare colazione con uno yogurt o assumere prodotti a base di probioticiCosa sono i probiotici? I batteri che compongono la flora in... può facilitare il ripristino dell’equilibrio della composizione della flora intestinale, in particolare se l’influenza ha comportato una sovra-infezione batterica che ha reso necessaria l’assunzione di antibiotici.
Inoltre, assicurare l’apporto di vitamine dopo l’influenza permette di sostenere il sistema immunitario. Da questo punto di vista, la sostanza al centro dell’attenzione deve essere la vitamina C: sappiamo che gioca un ruolo fondamentale nella costruzione delle difese del nostro corpo, anche grazie alla sua azione antiossidante.
Una spremuta di due arance e un limone ogni mattina assicura un’iniezione di energia e benessere, oltre che una gustosa colazione in grado di contrastare la debolezza post influenza.
Debolezza post influenza: attenzione ai comportamenti sociali
In questo momento le nostre vite sono protette dalle misure di distanziamento sociale imposte dalle istituzioni. Tuttavia, con la riapertura, per quanto graduale e differenziata sul territorio, sarà necessario acquisire la consapevolezza necessaria a difendersi in maniera autonoma, e a prendere decisioni responsabili per la gestione dei propri comportamenti.
Alcune considerazioni che abbiamo appreso in questa fase di grande crisi ci saranno utili per il futuro.
Evitare, durante la stagione invernale, di sostare in ambienti troppo chiusi, poco aerati e con temperature troppo elevate, continuerà ad essere fondamentale. Il contagio virale, infatti, si propaga in maniera molto efficiente quando si realizzano condizioni di atmosfera stagnante e caldo-umida.
Nell’immediato periodo post influenzale, inoltre, la debolezza immunitaria può aumentare il rischio di contrarre nuove infezioni. Quindi può essere di aiuto ridurre la potenza dei riscaldamenti, laddove è possibile, e cambiare frequentemente l’aria delle stanze.
Allontanarsi da coloro che tossiscono o starnutiscono, o che comunque appaiono raffreddati, oltre che proteggere dal SARS-CoV-2, previene altre patologie. Un atteggiamento ragionevole in particolare se applicato nella fase di recupero dopo un’infezione virale.
Stress management e difese immunitarie
Poiché lo stress produce danni su molti fronti, è bene saperlo gestire, almeno nella sua componente “ordinaria”. La scienza ci dice che la tensione continua, oltre a essere improduttiva, ci rende più vulnerabili alle infezioni perché indebolisce il sistema immunitario. Lo stress aumenta la sintesi di cortisolo, un ormone molto utile nelle condizioni in cui serve una reazione pronta e decisa, ma dannoso se la sua secrezione si protrae al di fuori di una necessità impellente.
Fra le conseguenze generate da livelli di cortisolo costantemente elevati, l’aumento della produzione di citochine, molecole che innescano e accentuano gli stati infiammatori, e l’attivazione di virus che albergano nelle nostre cellule in modalità latente. Basti pensare a ciò che succede con l’herpes labiale: chi ne soffre sa che la debolezza post influenza rende facile la riattivazione del virus, che causa la ben nota manifestazione.
Inoltre, la continua sintesi di cortisolo e adrenalina porta alla riduzione della produzione di globuli bianchi, le cellule maggiormente coinvolte nella difesa immunitaria.
Per non correre questi rischi, è possibile seguire procedure ben collaudate ed efficaci quali la mindfulness. Ma anche lo sport può aiutare: correre all’aria aperta, fare movimento e non trascurare la forma fisica aumentano la sensazione di benessere e sono di supporto nella gestione dello stress quotidiano.
Fonti
Current directions in stress and human function – J.N. Morey et al – Current Opinions in Psychology, 2016
Stress and the immune system – T.B. Herbert – World Health, 1994