L’arrivo dell’estate e del caldo fa rinascere la voglia di esporsi al sole e di abbronzarsi, per dare al nostro corpo un piacevole colore da mantenere il più a lungo possibile. Un desiderio che, però, deve essere accompagnato da un’importante consapevolezza: non bisogna trascurare di proteggere la nostra pelle. Infatti, è proprio la stagione estiva il momento in cui si osserva la massima comparsa di reazioni di fotosensibilità sulla cute, creando danni e conseguenze anche molto spiacevoli.
Cosa si intende esattamente con fotosensibilizzazione
La fotosensibilizzazione è una reazione cutanea all’esposizione al sole, in particolare ai raggi UV. Le manifestazioni cliniche di queste reazioni sono varie e simili a quelle di una intensa scottatura solare (eritema, edema, prurito e eventuale formazione di vescicole), solitamente circoscritta alle aree del corpo maggiormente esposte. In alcuni casi la reazione si può estendere a tutto il corpo.
Le reazioni di fotosensibilizzazione possono essere indotte da farmaci e integratori assunti per via orale o applicati topicamente, e da svariate sostanze chimiche contenute in prodotti che vengono a contatto con la pelle (cosmetici, profumi, deodoranti, lozioni dopobarba, ecc).
Quando queste reazioni vengono prodotte direttamente dai farmaci, possono essere distinte in fototossiche o fotoallergiche:
- fototossiche: avvengono con maggior frequenza di quelle fotoallergiche e sono più o meno intense a seconda sia dell’entità dell’esposizione alla luce che dalla dose del farmaco che si sta assumendo (o applicando).
Di solito i primi arrossamenti possono comparire anche 18-20 ore dopo l’esposizione al sole. La reazione fototossica non è legata ad alcuna sensibilità personale: la sostanza responsabile assorbe energia dalla radiazione UV e questa può danneggiare i tessuti. Si manifestano come: bollicine, rigonfiamenti localizzati, prurito a volte anche molto intenso e di solito più localizzato su orecchie, naso, guance, nuca, avambracci e dorso delle mani
- fotoallergiche: in questo caso è piuttosto comune che i sintomi siano evidenti su tutto il corpo, ma non è detto che compaiano subito. Come per tutte le allergie anche questa reazione non coinvolge chiunque: la sostanza responsabile, come nelle foto-tossicità, viene modificata dall’assorbimento dell’energia luminosa e dà inizio alla reazione allergica diffusa.
Farmaci e prodotti naturali fotosensibilizzanti
La lista delle sostanze che causano fotosensibilizzazione è piuttosto varia: le segnalazioni si rinnovano perché ogni anno ci sono nuove preparazioni cosmetiche e farmaceutiche in commercio. Ad oggi comunque sono noti alcuni principi attivi sicuramente fotosensibilizzanti, che sono presenti in certi antibiotici, diuretici e farmaci per ridurre la pressione e abbassare la glicemia. Ma anche in farmaci usati più comunemente, come antidolorifici, pillola anticoncezionale, antistaminici, alcune creme per ridurre il prurito causato da punture di insetto ed eritemi solari. Anche alcuni integratori e prodotti naturali possono provocare questi tipi di problemi, in particolare occorre ricordare gli oli essenziali di bergamotto e di lavanda (antinfiammatori e disinfettanti), di anice stellato (usato per contrastare il meteorismo e favorire la digestione) e di cumino (anch’esso valido alleato dell’apparato digestivo).
Effetti della fotosensibilizzazione durante la terapia oncologica
L’arrivo del caldo e dell’estate genera non poche preoccupazioni in chi sta facendo la chemioterapia. Infatti, alcuni degli effetti collaterali più comuni tendono ad aggravarsi con l’innalzamento delle temperature e chi sta seguendo una terapia oncologica rischia di essere più esposto alle conseguenze negative della stagione. Tra i sintomi collaterali, quelli che maggiormente risultano pesanti durante l’estate ci sono nausea, diarrea, anemia, senso di debolezza. Inoltre, alcuni farmaci impiegati durante la cura hanno effetto fotosensibilizzante. Per cui, l’esposizione al sole non protetta può causare una reazione anomala detta fotodermatosi, oltre a scottature, macchie cutanee, eritemi, rossori, desquamazione, bolle, ma anche iperpigmentazione della zona danneggiata e danni permanenti a livello della pelle.
Gli oncologi, tuttavia, assicurano che si possono seguire alcune accortezze senza dover rinunciare a qualche giornata al mare.
Fonti