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Pubblicato il 2 Ottobre 2020 | Ultima modifica il 9 Ottobre 2020

Benessere Psicofisico

Come disinfettare indumenti e vestiti in modo efficace

L’uso di mascherine e gel disinfettanti per le mani è ormai entrato a far parte delle nuove abitudini imposte dall’emergenza sanitaria. Il lavaggio delle mani resta uno dei mezzi fondamentali, forse il più importante, per evitare la diffusione del Coronavirus, così come di altri virus e malattie. Maggiore attenzione viene poi dedicata alla pulizia degli ambienti, alla disinfezione delle superfici e degli oggetti di maggior uso e anche alla disinfezione degli indumenti.
Il mezzo principale di diffusione del SARS-CoV-2 è attraverso le micro-goccioline di saliva emesse parlando. Non è provato che sia possibile un contatto attraverso i tessuti ma è noto che il virus può sopravvivere a lungo su una varietà di superfici; anche se il tessuto raccoglie solo circa l’1% dei virus a cui è esposto è del tutto normale, per precauzione, voler cercare di disinfettare gli indumenti.

Quanto sopravvivono i virus?

Per rispondere alla domanda “quanto sopravvive il virus” c’è un documento del Ministero della salute che fornisce informazioni utili riguardo la stabilità nel tempo del virus SARS-CoV-2 su superfici diverse. In sintesi:

  • sulla carta da stampa e velina le particelle virali infettanti sono state rilevate fino a 30 minuti dalla contaminazione; dopo tre ore non sono più state rilevate;
  • sul tessuto, invece la presenza di tali particelle è risultata più duratura nel tempo: sono state rilevate fino a un giorno dalla contaminazione e non più rilevate dopo due giorni;
  • su banconote e vetro la presenza delle particelle virali infettanti è stata rilevata fino a due giorni dopo la contaminazione; non più rilevata dopo quattro giorni;
  • su  acciaio inox e plastica: le particelle virali infettanti sono state rilevate, infatti, fino a quattro giorni dalla contaminazione; non più rilevate dopo sette giorni;
  • sulle mascherine chirurgiche: nello strato interno le particelle sono state rilevate fino a quattro giorni dalla contaminazione, dopo sette giorni non sono state più rilevate; nello strato esterno invece le particelle virali sono risultate presenti fino a sette giorni dalla contaminazione.

Rispetto a come disinfettare ambienti e oggetti, il Ministero chiarisce la distinzione tra vari termini utilizzati in questo contesto, a volte in modo alternativo.

  • Sanificazione: riguarda procedure di pulizia e/o disinfezione approfondite e comprende il mantenimento della buona qualità dell’aria, anche con il ricambio d’aria in tutti gli ambienti.
  • Disinfezione: si tratta di un trattamento per abbattere la carica microbica di ambienti, superfici e materiali. Deve essere effettuata utilizzando prodotti disinfettanti (biocidi o presidi medico chirurgici) autorizzati dal Ministero della Salute (i prodotti devono obbligatoriamente riportare in etichetta il numero di registrazione/autorizzazione).
  • Igienizzazione dell’ambiente: è l’equivalente di detersione e ha lo scopo di pulire l’ambiente eliminando le sostanze nocive presenti. I prodotti senza l’indicazione dell’autorizzazione del Ministero della Salute che riportano in etichetta diciture sull’attività, per esempio contro germi e batteri, non sono prodotti con attività disinfettante dimostrata ma sono semplici detergenti per l’ambiente (igienizzanti).
  • Detersione: consiste nella rimozione dello sporco e dei microrganismi in esso presenti, con conseguente riduzione della carica microbica. La detersione deve necessariamente precedere le fasi di disinfezione e sterilizzazione, perché lo sporco è ricco di microrganismi che vi si moltiplicano attivamente ed è in grado di ridurre l’attività dei disinfettanti.
  • Pulizia: per la pulizia si utilizzano prodotti detergenti/igienizzanti per ambiente – i due termini sono equivalenti – che rimuovono lo sporco mediante azione meccanica o fisica
  • Sterilizzazione: indica un processo, fisico o chimico, che porta alla distruzione mirata di ogni forma microbica vivente, sia in forma vegetativa che in forma di spore.

Viene poi precisato che i numerosi prodotti per la disinfezione in grado di debellare i microorganismi -batteri, virus o funghi- appartengono alla categoria dei Presidi Medico-Chirurgici (PMC) o a quella dei biocidi, e devono esser autorizzati dall’ente. Si tratta di prodotti diversi dai detergenti e dagli igienizzanti, con i quali non vanno confusi. Per questi ultimi, che non possono vantare azione disinfettante, non è prevista alcuna autorizzazione, anche se devono essere conformi alla normativa sui detergenti (igienizzanti per gli ambienti) o sui prodotti cosmetici (igienizzanti per la cute).

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Come disinfettare gli indumenti

Ora che le attività stanno gradualmente riprendendo e soprattutto con la riapertura delle scuole, si moltiplicano le occasioni di interazione e, specialmente con i bambini più piccoli con i quali è difficile garantire il distanziamento fisico, sarà necessario osservare misure igieniche particolari; per esempio per i vestiti. Come disinfettare quindi gli indumenti?

Una buona abitudine è quella di togliere le scarpe quando si entra in casa, di appendere giacche e cappotti in un luogo separato e di cambiarsi i vestiti dopo essere stati in luoghi affollati; operazioni alle quali far seguire il lavaggio delle mani con acqua e sapone immediatamente dopo.

Per maggiore sicurezza è possibile igienizzare scarpe, zaini, borse e altri oggetti usati fuori casa, come per esempio monopattini o palloni, utilizzando prodotti disinfettanti, magari nella soluzione spray.

Evitare di riporre gli abiti usati nell’armadio; se possibile evitare di mischiare anche gli indumenti usati per uscire, con il resto del bucato, predisponendo un rivestimento a parte all’interno della cesta che possa essere sostituito o lavato. Periodicamente, lavare anche il sacchetto della biancheria e il cesto.

Qualora, poi, si debba maneggiare la biancheria di una persona malata utilizzare guanti usa e getta, (in caso di guanti da riutilizzare avere cura di non usarli per altri scopi) e lavarsi sempre le mani dopo aver tolto i guanti.

In ogni caso, non agitare la biancheria sporca, per ridurre al minimo la possibilità di disperdere l’eventuale virus nell’aria.

Lavare i capi di abbigliamento secondo le istruzioni su di essi riportate, utilizzando la temperatura più alta possibile. Avere cura di farli asciugare completamente.

Per quanto riguarda il lavaggio dei capi, per disinfettare al meglio gli indumenti, la sterilizzazione è garantita a partire dai lavaggi a 70°C con comuni detersivi. Per gli abiti che non possono essere lavati a temperature così alte, si può aggiungere al detersivo un disinfettante per bucato.

L’utilizzo di prodotti chimici è sconsigliato, per motivi legati alla stabilità dei colori, alle caratteristiche delle fibre e al potenziale impatto eco-tossicologico delle sostanze. Un buon metodo di sanificazione è anche il lavaggio a secco presso le lavanderie professionali.

Fonti

 

 

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