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Pubblicato il 2 Novembre 2020

Intestino

Chi è intollerante al lattosio può assumere fermenti lattici?

La domanda che si pone chi è intollerante al lattosio è se può assumere i fermenti lattici dato che, come suggerisce il nome, questi potrebbero avere qualcosa a che fare con il latte e, dunque, causare i medesimi disturbi, una volta ingeriti.

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La flora intestinale e i fermenti lattici: una mutua alleanza

Occorre a questo punto fare chiarezza; i fermenti lattici sono microrganismi, presenti naturalmente nel nostro microbiota intestinale, in grado di metabolizzare gli zuccheri in acido lattico. Queste trasformazioni sono estremamente utili per il benessere dell’apparato gastro-intestinale perché gli consentono di mantenersi in uno stato di eubiosi (equilibrio benefico), determinato dalla proficua convivenza di colonie di microrganismi di diversa specie, che cooperano simbioticamente.

L’eubiosi è uno stato di equilibrio delicato, mantenuto dall’interazione funzionale tra batteri che hanno un’azione protettiva e quelli potenzialmente patogeni. Questo equilibrio può però trasformarsi in disbiosi, ossia una prevalenza di microrganismi patogeni, per cause interne o esterne. Un’alterazione della flora batterica gastroenterica può risalire a svariati fattori. Per esempio assunzione di antibiotici, infezioni da virus e batteri, stili alimentari sregolati, o anche stati emotivi destabilizzanti come ansia o stress.

Quali sono i fermenti lattici e quale la loro utilità nella dieta

Tra le funzioni del microbiota, molto importanti risultano essere: modulare la permeabilità e promuovere l’integrità della mucosa intestinale, sostenere il sistema immunitario dell’organismo attraverso di essa, promuovere la digestione e l’assimilazione dei nutrienti e sintetizzare alcune vitamine (la vitamina H, o biotina, essenziale per il metabolismo degli acidi grassi e degli aminoacidi e la vitamina K, che svolge un ruolo importante nella coagulazione del sangue e nel mantenimento delle ossa).

Nel momento in cui si verifica uno squilibrio del microbiota autoctono è necessaria l’assunzione di quei fermenti lattici vivi, i cosiddetti probiotici.

Questi fermenti vanno sotto il nome di Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus gasseri, Lactobacillus casei e Bifidobacterium; sono questi probiotici, infatti, che risanano l’intestino disbiotico, ripristinandone la flora batterica e contrastando i germi patogeni, attraverso la loro funzione di barriera acida. Chi è intollerante al lattosio può assumere fermenti lattici, anzi, è opportuno che lo faccia perché il suo microbiota intestinale è maggiormente a rischio di sbilanciarsi, dato che manca dell’enzima lattasi, in grado di consentire la corretta metabolizzazione di tutti quegli alimenti derivanti dal latte i quali, in sua assenza, provocano disturbi sgradevoli.

Fermenti lattici e intolleranza al lattosio

L’intolleranza al lattosio non è una malattia, bensì la naturale reazione alla carenza di lattasi o alla sua debole attività nella digestione del lattosio. Ne è soggetto, a livelli differenti, più della metà della popolazione. Questo disaccaride, non subendo la scissione in galattosio e glucosio, arriva intatto nella parte inferiore dell’intestino dove viene degradato in acidi organici, acidi grassi a catena corta e vari gas, dando luogo a gonfiori addominali, dolori al ventre, diarrea, flatulenza e anche nausea e crampi allo stomaco, come ben sanno coloro che ne soffrono.

Va anche detto che il lattosio è presente non solo nei classici alimenti derivati dal latte (formaggio, panna, burro, mascarpone, creme, etc.) ma in molti altri cibi; gli snack, i prodotti da forno confezionati, la pasticceria in genere, gli insaccati, nei quali è impiegato come additivo. Per evitare quindi gli spiacevoli problemi di un consumo inconsapevole, è bene leggere sempre in etichetta gli ingredienti contenuti.

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Quali fermenti lattici sono adatti a chi non tollera il lattosio

Chi è intollerante al lattosio può assumere fermenti lattici, anzi dovrebbe farlo anche a titolo preventivo, selezionando tra i probiotici quelli che ne sono privi. Per chi ha una intolleranza leggera, consumare con moderazione alimenti a base di latte fermentato come yogurt e kefir non provoca disturbi, dato che l’acido lattico in cui è convertito il lattosio produce effetti benefici sull’ecosistema batterico intestinale. E’ altrettanto vero, però, che chi ha un’intolleranza conclamata al lattosio nel momento in cui introduce questi alimenti, può incorrere nelle medesime problematiche. A questo proposito occorre dire che la ricerca farmacologica ha messo a punto degli integratori a base di fermenti lattici che ne sono privi.

Tali fermenti lattici, detti probiotici, sono molto resistenti e, una volta ingeriti, superano la saliva e i succhi gastrici, giungendo all’intestino intatti. Qui esplicano attivamente la loro funzione, ripristinando lo stato di eubiosi intestinale e alleviando le conseguenze dell’intolleranza, migliorando così il benessere generale dell’individuo.

In conclusione, ascoltando anche il parere di medici nutrizionisti, chi è intollerante al lattosio può assumere fermenti lattici specifici, privi di lattosio, e dovrebbe integrare la propria dieta con fibre vegetali di cui si nutrono tali fermenti, ossia i frutto-oligosaccaridi (FOS), presenti nei legumi, nei cerali integrali e nelle verdure (soprattutto carciofi, cicoria e cipolle).

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