Il miele di manuka è uno dei mieli più ricchi di proprietà terapeutiche e di composti benefici per la salute, scoperti dalla scienza solo negli ultimi decenni, ma noti alle popolazioni autoctone di Nuova Zelanda e Australia da migliaia di anni.
L’origine del miele di manuka
Il miele di manuka è un miele monofloreale, prodotto dal polline dell’omonimo arbusto selvatico, un sempreverde appartenente alla famiglia del Leptospermum, diffuso nelle zone più remote di Australia e Nuova Zelanda. È un miele che eredita le proprietà terapeutiche della pianta di origine: è dotato di composti fortemente antibatterici, antibiotici e antimicotici, di cui si sono avvalsi per migliaia di anni i Maori e prima ancora che i ricercatori occidentali.
I preziosi componenti del miele di manuka
La peculiarità di questo miele giallo-scuro, dalla consistenza pastosa e dal gusto intenso leggermente amarognolo, è legata principalmente alle alte concentrazioni di perossido di idrogeno e dell’enzima metilgliossale, conosciuto come MGO. Entrambi i componenti possiedono elevata attività antimicrobica che è in grado di contrastare ceppi batterici resistenti agli antibiotici, senza gli effetti collaterali di un farmaco. A ciò si aggiunge poi un’importante proprietà immuno-stimolatoria e di riparazione dei tessuti epiteliali affetti da infezioni.
Nel miele di manuka sono inoltre presenti molte vitamine del gruppo B e sali minerali essenziali per la salute, quali calcio, magnesio e potassio.
Miele di manuka: le proprietà terapeutiche
Le applicazioni del miele di manuka sono svariate e passano dall’uso interno, come presidio delle vie aeree e del cavo oro-faringeo, a quello topico, come agente antibatterico per l’epidermide infetta.
Le virtù antibiotiche del miele di manuka sono state identificate con il valore UMF (Unique Manuka Factor), che quantifica la presenza dell’enzima metilgliossale e degli altri composti antibatterici: più alto il valore di UMF, maggiore la valenza terapeutica del miele.
Le proprietà terapeutiche del miele di manuka sono state validate quasi esclusivamente in vitro, anche se un recente studio canadese (1) e un secondo studio portoghese (2) riportano un’attitudine antibatterica sia contro lo Staphylococcus aureus (responsabile di infezioni quali impetigine, eritema vescicoloso, foruncoli, ascessi) che contro Pseudomonas aeruginosa (la cui infezione colpisce i polmoni, il sistema nervoso centrale, occhi, orecchi, il sistema gastrointestinale). Inoltre l’azione battericida del miele di manuka si estende ai trattamenti locali (ferite, ulcere o infezioni cutanee).
Quali disturbi allevia il miele di manuka?
Ecco una sintetica rassegna dei benefici apportati dal consumo di miele di manuka:
Per uso topico esterno:
- Favorisce il processo di guarigione e cicatrizzazione cutanea di lievi ferite, ulcerazioni, eczemi, psoriasi, dermatiti e acne rosacea. Secondo il Cochrane Review, il trattamento di scottature o lievi ustioni, con garze sterili cosparse di miele di manuka, accelera la riparazione della cute e ne inibisce l’infezione.
- Può essere usato come un colluttorio per la disinfezione del cavo orale e per prevenire gengiviti e placca dentale, grazie alla presenza di agenti battericidi e di sali minerali.
Per uso interno:
- In virtù della sua carica antibatterica, il miele di manuka combatte efficacemente le affezioni delle prime vie respiratorie: raffreddore, tosse, mal di gola, costipazioni nasali;
- Data la concentrazione di antiossidanti, vitamine e sali minerali, rafforza il sistema immunitario e combatte i radicali liberi.
Fonti:
– Alandejani T, et al. Effectiveness of honey on Staphylococcus aureus and Pseudomonas aeruginosa biofilm. Otolaryngol Head Neck Surg. 2009;141:114-8
– Henriques AF, et al. The intracellular effect of manuka honey on Staphylococcus aureus. Eur J Clin Microbiol Infect Dis. 2009 Oct 8(Epub)
– Mavric E, et al. Identification and quantification of methylglyoxal as the dominant antibacterial constituent on Manuka (Leptosperium scoparium) honeys from New Zealand. Mol Nutr Food Res. 2008;52:483-9
– Patton T, Barrett J, Brennan J, Moran N. Use of a spectrophotometric bioassay for determination of microbial sensitivity to manuka honey. J Microbiol Methods. 2006;64:84–95
English HK, Pack AR, Molan PC. The effects of manuka honey on plaque and gingivitis: a pilot study. J Int Acad Periodontol. 2004;6:63-7
– https://www.cochrane.org/CD005083/WOUNDS_honey-as-a-topical-treatment-for-acute-and-chronic-wounds