La sindrome del colon irritabile è una malattia cronica che riguarda circa il 10-20% della popolazione italiana e che provoca sintomi quali gonfiore e dolore addominale, alternanza di dissenteria e stipsi e malessere generale che tende a peggiorare la sintomatologia, creando una spirale viziosa che si autoalimenta.
Il caldo estivo mette a dura prova i pazienti che ne soffrono. Con l’aumento delle temperature, infatti, i batteri responsabili della fermentazione intestinale tendono ad aumentare in numero rispetto a quelli che compongono la flora “amica”. Il colon irritabile, che già comporta uno squilibrio nella composizione della flora battericaChe cos’è la flora batterica? La flora batterica è un ec... a favore di questi ultimi, può andare incontro a riacutizzazioni durante la stagione calda.
Per prevenire un peggioramento della sintomatologia, è consigliabile fare attenzione ad alcuni alimenti. Non è possibile stilare un elenco di cibi da evitare per il colon irritabile, perché il ruolo della dieta in questa patologia è molto variabile. Tuttavia, gli esperti hanno individuato i cibi più direttamente correlati all’irritabilità intestinale.
Colon irritabile: i cibi da evitare
La digestione del lattosio, lo zucchero del latte, diventa difficile in caso di disbiosi, lo squilibrio della flora battericaChe cos’è la flora batterica? La flora batterica è un ec... presente anche nella sindrome del colon irritabile. Non potendo essere scisso nelle sue componenti monosaccaridiche (glucosio e galattosio), non può essere assorbito e permane nell’intestino come tale.
Il lattosio che ristagna nel lume dell’apparato digerente è preda della fermentazione batterica, che porta allo sviluppo di gas (idrogeno, metano, anidride carbonica). Questo fenomeno distende la parete intestinale ed è responsabile di gonfiore e dolore addominale.
In generale dunque, in caso di colon irritabile, è consigliabile limitare la quantità di latticini presenti nella dieta. In particolare, è bene evitare i formaggi freschi (ricotta, mozzarella, crescenza…), il gelato e, naturalmente, il latte. Molti pazienti, inoltre, sono sensibili anche agli sbalzi termici: il gelato rappresenta un alimento a rischio in caso di colon irritabile per più di una ragione.
I corrispondenti alimenti delattosati, oggi piuttosto diffusi in commercio, sono ottimi sostituti.
- Via libera, anche se con moderazione, ai formaggi stagionati (Parmigiano, Grana Padano, Sbrinz…), nei quali il processo di stagionatura comporta la digestione praticamente totale del lattosio presente in origine.
- Il burro, che contiene quantità minime di lattosio, è però da evitare come tutti i condimenti. Lo yogurt ha un contenuto limitato di lattosio rispetto al latte, ma è considerato un cibo fermentabile e pertanto non consigliato.
Nel caso in cui ci si trovi a mangiare spesso fuori casa, per praticità può essere utile portare sempre con sé qualche bustina di integratore contenente enzimi digestiviIn generale, gli enzimi sono proteine prodotte dalle cellule... come la lattasi. Questa molecola ha la funzione fisiologica di digerire il lattosio: è proprio la sua carenza/assenza a determinare la intolleranza a questo zucchero.
- I dolcificanti artificiali (i polioli, come il sorbitolo e lo xilitolo) ed il fruttosio tendono, per osmosi, a richiamare acqua all’interno del lume intestinale. La loro ingestione può irritare la mucosa del colon e provocare dissenteria.
- Gli alimenti molto ricchi in zuccheri, come le marmellate, i succhi di frutta ed il miele agiscono anch’essi favorendo il passaggio dell’acqua nell’intestino, aumentando il rischio che la sintomatologia del colon irritabile.
- La frutta (in particolare quella ad elevato contenuto in fruttosio come ciliegie, mango, pesche, pere, prugne) e la verdura (soprattutto quella ricca in fruttani, come carciofi, asparagi, lenticchie, porri, cavoli, cipolle) possono rappresentare un problema, se ingerite in quantità eccessive. Meglio privilegiare verdure quali zucchine, ravanelli, broccoli, finocchi e lattuga e frutta come i kiwi e i frutti di bosco.
La cellulosa contenuta negli alimenti di origine vegetale contribuisce ad alimentare il processo infiammatorio che ha sede in corrispondenza della parete intestinale. Occorre quindi prestare attenzione all’apporto di fibre, modulandolo in base alle proprie esigenze: in generale, la quantità di fibre da introdurre con l’alimentazione deve essere maggiore se si soffre di colon irritabile con stipsi.
Una dieta a basso contenuto di sostanze fermentabili
Le indicazioni da seguire per tener a bada la malattia a tavola sono contenute nella low-FODMAP (Fermentable Oligo- Di- Mono-saccharides and Polyols), che definisce la dieta a basso contenuto di sostanze fermentabili.
- I legumi, che tendono ad essere coinvolti in reazioni di fermentazione, sono in generale sconsigliati, eccetto ceci e lenticchie in scatola.
- Le bevande gassate, come tutti gli alimenti che dilatano stomaco e intestino, peggiorano la sintomatologia, enfatizzando il gonfiore e favorendo la comparsa del dolore addominale. La controindicazione vale a maggior ragione se la bevanda è fredda, come capita durante la stagione estiva. In questo caso, agli effetti nocivi dell’anidride carbonica, si sommano quelli del freddo.
- I dadi, le spezie e gli aromi concentrati usati per insaporire le pietanze non sono consigliati a chi soffre di colon irritabile. Essendo molto ricchi in sale da cucina (cloruro di sodio), richiamano per osmosi acqua nel lume intestinale e aumentano il rischio di dissenteria e dolore addominale. Per gli alimenti che presentano elevato contenuto in cloruro di sodio accade quanto si verifica con i cibi molto zuccherati, ma in maniera molto più intensa.
- Per il loro contenuto in sale da cucina, zucchero (spesso presente in forma occulta), grassi di origine animale, conservanti e per la loro elaborazione, i piatti pronti possono peggiorare i sintomi del colon irritabile, rallentando la digestione e aumentando il senso di gonfiore. Meglio preferire pietanze semplici, poco elaborate e da gustare al momento della preparazione.
- Una buona abitudine è quella di dare spazio in cucina ai cibi ricchi di acidi grassi della linea omega-3, come il pesce (in particolare il pesce azzurro) e i semi vegetali, per la loro attività antinfiammatoria.
Colon irritabile: come mangiare e i cibi da evitare
Proprio perché i diversi cibi hanno effetti differenti sull’intestino dei pazienti che soffrono di colon irritabile, è utile scrivere un diario alimentare. Annotare pietanze ed alimenti introdotti nella dieta contribuisce a chiarire possibili legami fra specifiche sostanze e comparsa dei sintomi. E aiuta a mantenere sotto controllo la malattia.
Un altro accorgimento utile è quello di mangiare lentamente, masticando con cura. Quest’abitudine riduce i tempi di digestione e dunque di permanenza dei cibi nell’intestino, limitando i rischi di fermentazione. Si tratta del cosiddetto mindful eating, che comporta anche una maggiore consapevolezza verso la nutrizione e aumenta il livello di attenzione verso la cura di sé, indispensabile per chi soffre di una patologia come questa, dalle numerose connessioni con la sfera psichica.
Colon irritabile: un aiuto dai probioticiCosa sono i probiotici? I batteri che compongono la flora in...
La disbiosi intestinale tipica della sindrome del colon irritabile può essere riequilibrata attraverso l’assunzione di integratori a base di probioticiCosa sono i probiotici? I batteri che compongono la flora in.... Questi permettono di contrastare la presenza dei batteri responsabili della fermentazione e quindi del gonfiore intestinale. L’assunzione di probioticiCosa sono i probiotici? I batteri che compongono la flora in... è particolarmente consigliata a coloro che soffrono di colon irritabile con diarrea.
Prodotti che, oltre ai probioticiCosa sono i probiotici? I batteri che compongono la flora in..., contengano estratti vegetali che aiutino la digestione possono migliorare la sintomatologia. Lo zenzero migliora lo svuotamento gastrico e riduce la nausea e il carciofo stimola la funzionalità epatobilare. Entrambi, in associazione, sono un valido sostegno alla digestione lenta.
Fonti: