La tecnologia oggi è sempre più un fine, e sempre meno un mezzo. Una volta il nostro pensiero si risolveva in problema-analisi-soluzione, il nuovo paradigma è: problema-ricerca di una soluzione tecnologica per ottimizzare il tempo. Si cercano sul mercato strumenti sempre più sofisticati, con un alto potere risolutivo, sempre più social-digitali per rimanere connessi, ma non ci soffermiamo mai a pensare quali potenzialità incredibili e quale tecnologia raffinata consenta la straordinaria risoluzione dell’occhio umano che quotidianamente ci collega al mondo esterno.
In grado di elaborare e assimilare più di 10 milioni di informazioni il secondo, la vista è senza dubbio uno dei più importanti e complessi organi di senso del nostro organismo. Anche se spesso si danno per scontate molte delle sue funzioni, in realtà il meccanismo che genera la riproduzione delle immagini che effettivamente noi vediamo è estremamente articolato. Infatti, per far sì che gli stimoli visivi siano correttamente interpretati dal cervello è necessario, prima di arrivare alla retina, che essi passino attraverso le diverse componenti trasparenti che formano l’occhio (cornea, umor acqueo, cristallino e vitreo).
Quando si parla di risoluzione dell’occhio umano, il primo paragone che viene in mente è quello con la macchina fotografica. Infatti, come in tutti i dispositivi, anche le diverse parti che compongono l’occhio hanno il compito di lavorare insieme per permettere la visualizzazione del mondo che ci circonda. Ma non solo: le analogie tra occhio e fotocamera solo molteplici: per esempio tra iride e diaframma (per regolare l’intensità della luce), tra cristallino e obiettivo (per la messa a fuoco) e tra retina e sensore (per immagazzinare le immagini esterne).
La percezione visiva: il vero artefice è il cervello
Nonostante la tecnologia abbia fatto notevoli progressi, la macchina fotografica resta molto lontana dai parametri di perfezione dell’occhio umano. Basti pensare all’esempio del punto cieco dei nostri occhi, ovvero quella minuscola area della retina che non contiene recettori per la luce, ma che ha un’importante funzione. Si tratta, infatti, dell’area, dove passano i fasci nervosi, provenienti dalle varie zone della retina, che si riuniscono per formare il nervo ottico e sono incanalati verso il cervello. Ci affidiamo sempre ai nostri occhi per ottenere un’informazione precisa, ma ciò che spesso non sappiamo è che questi non presentano al nostro cervello un prodotto finito, ma un’immagine bidimensionale e incompleta dalla quale il cervello estrae informazioni sull’organizzazione tridimensionale del mondo: un aspetto meraviglioso e quasi magico delle potenzialità dei nostri sistemi neuronali.
Cos’è la risoluzione
In ambito fotografico, per risoluzione s’intende il numero totale di pixel per pollice che caratterizza l’immagine. È misurata in DPI (punti per pollice) e maggiore è il numero di DPI, più alta sarà la risoluzione e di conseguenza il grado di dettaglio e la chiarezza dell’immagine stessa.
Secondo lo scienziato e fotografo Roger Clark, la risoluzione dell’occhio umano è di 576 megapixel. Si tratta di un numero molto elevato, se si pensa che una semplice fotocamera di uno dei più recenti smartphone ne possiede solamente 12. Una risoluzione di tale portata indica che per creare uno schermo con un’immagine così nitida e chiara, bisognerebbe inserire 576 milioni di pixel in un’area delle dimensioni del campo visivo. È possibile quindi paragonare la risoluzione dell’occhio umano a quello di una fotocamera? La risposta è no, metterli a confronto non è del tutto corretto.
Partiamo col chiarire che l’unità di misura (i pixel) utilizzati per definire la risoluzione dei dispositivi ha poco significato se comparata alla complessa anatomia del nostro organo di senso. Questo sia perché la lente dei nostri occhi non è piatta ma curva, sia per la diversa percezione dei colori. Inoltre, quando osserviamo il mondo esterno, i nostri occhi non fermano l’immagine immortalando l’istante esatto, ma mettono in atto una sorta di visione ciclica, in continuo movimento grazie anche al lavoro di elaborazione del cervello che a sua volta ha il compito di aggiornare regolarmente l’immagine catturata. Ed è proprio qui la differenza maggiore tra i due sistemi: attraverso gli occhi, le immagini sono trasmesse al cervello sotto forma di impulso e poi sviluppate costantemente. In ambito tecnologico non esiste alcuna macchina fotografica in grado di svolgere una simile funzione.
Come si è visto, il meccanismo che sta alla base della visione di ciò che ci circonda è estremamente complesso ed è per questo che è molto importante cercare di non trascurare il benessere dei nostri occhi. Spesso, infatti, situazioni di stress, una vita frenetica, l’eccessivo utilizzo di smartphone e computer, ma anche smog e inquinamento non aiutano a mantenere in salute la vista provocando secchezza, arrossamento e affaticamento oculare. In questi casi, un valido aiuto potrebbe essere utilizzare delle gocce oculari a base di acque distillate di piante con proprietà lenitive come la camomilla, rinfrescanti come la rosa canina, protettiva come il mirtillo nero, umettante e batteriostatica come l’aloe vera per ridare sollievo agli occhi.
Fonti:
https://visionfuture.it/risoluzione-occhio-umano/
https://www.thedifferentgroup.com/2018/03/08/risoluzione-occhio-umano/