L’osteopatia è una tecnica che si avvale di specifiche tecniche manuali per il trattamento di diverse patologie.
Conosciamone i principi cardine e le differenze con la fisioterapia.
Cos’è l’osteopatia
L’osteopatia è una disciplina che ha, nei confronti del paziente, un approccio olistico e tratta la persona nella sua totalità e non solo in relazione ad aree problematiche.
L’osteopatia ha come centro d’interesse la salute della persona, più che la malattia vera e propria che l’ha generata e ricerca le alterazioni presenti a livello sistemico che si manifestano con dolore, problemi e malesseri.
È una pratica che ha lo scopo di riabilitare le funzioni motorie compromesse del paziente, lavorando attraverso l’analisi posturale, le palpazioni e le manipolazioni.
Come rivela il nome stesso, l’oggetto della cura dell’osteopatia sono le ossa e lo scheletro: l’osteopata ricerca prevalentemente le cause di un determinato malessere o disturbo e lo fa manipolando specifiche aree del corpo.
Come lavora l’osteopata
L’osteopata non utilizza macchinari, lavora solo con le mani e i suoi trattamenti e le sue manipolazioni servono a ripristinare l’equilibrio posturale, a sbloccare situazioni che limitano la mobilità e a intervenire sulla funzionalità di alcuni sistemi del corpo, per sistemare quelle posture errate che spesso si assumono per cercare di non sentire dolore.
Come abbiamo visto, l’osteopatia ha un approccio globale al paziente, perché spesso la causa di un problema non è strettamente collegata a un effetto. Non è detto, infatti, che una sintomatologia dolorosa a carico dell’apparato muscolo-scheletrico sia sempre riconducibile a un trauma, spesso il problema può essere causato da difetti posturali, da una mal occlusione o da disallineamenti anche minimi a livello della colonna vertebrale.
Differenza tra osteopatia e fisioterapia
L’osteopata lavora con la manipolazione, senza altri strumenti se non le proprie mani.
Il fisioterapista, invece, oltre agli esercizi posturali può servirsi di quei macchinari adatti a migliorare il percorso di riabilitazione. Un classico esempio sono le apparecchiature a ultrasuoni, che sono un ottimo supporto nei processi riabilitativi dei pazienti.
Il fisioterapista lavora spesso in equipe con altri medici e si affianca in genere a medici ortopedici, sportivi, fisiatri e dentisti per trovare il percorso migliore per la guarigione del paziente o, nel caso di sportivi, per il miglioramento della performance agonistica.
Anche l’osteopata può collaborare con il medico ortopedico, ma lavora spesso anche da solo e in genere il suo contributo è importante quando non c’è un’emergenza in corso.
Per chiarire, in seguito a una frattura o a una lesione, è utile un percorso riabilitativo da effettuarsi con il fisioterapista, fino a che non si sarà ripristinata la perfetta funzionalità. Invece, in caso di presenza di dolore che non è determinato da un trauma, l’osteopata può fare le sue valutazioni e trovare il problema scatenante.
Anche i percorsi formativi sono diversi. La figura del fisioterapista è normata da una legge del 20001 e per esercitare si deve frequentare la laurea triennale in fisioterapia presso la facoltà di Medicina e Chirurgia.
Per diventare osteopati, invece, si deve conseguire il Diploma in Osteopatia in uno dei centri di formazione privati.
Da dicembre inoltre l’osteopatia è diventata una professione sanitaria riconosciuta, con un nuovo ordine professionale che garantisce più tutele agli iscritti e ai cittadini.
Fonte articolo:
- http://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2000/09/06/208/sg/pdf