Buchi più o meno evidenti, e gonfiori ed edemi doloranti a livello degli arti inferiori sono tra i sintomi principali di due condizioni legate al sistema circolatorio e linfatico che tendono a colpire in modo particolare le donne.
Ritenzione idrica e cellulite sono dei disturbi, più precisamente degli inestetismi della cute, che tendono a manifestarsi spesso in relazione l’uno con l’altro. Nonostante il loro forte rapporto di interdipendenza, non sempre la prima comporta il manifestarsi della seconda, e viceversa.
Pur rappresentando un’evoluzione della ritenzione idrica, la cellulite è un processo cronico-degenerativo del tessuto che non dipende esclusivamente o necessariamente dalla presenza di liquidi in eccesso, in quanto tra le sue cause scatenanti si trovano fattori quali predisposizione genetica, disturbi ormonali e alterazioni nella microcircolazione.
Comunemente questi due termini vengono utilizzati in modo errato e in alcuni casi anche come sinonimi, sebbene siano due condizioni con caratteristiche biologiche differenti.
Che differenza c’è tra cellulite e ritenzione idrica?
La ritenzione idrica è un disturbo in cui i tessuti dell’organismo tendono a trattenere liquidi, formando dei ristagni di fluido nel tessuto adiposo sottocutaneo.
La conseguenza di questo accumulo di liquidi è rappresentata dal manifestarsi di gonfiori, a volte associati anche a dolore, in zone circoscritte del corpo oppure, nel caso della ritenzione idrica generalizzata, dell’intero organismo.
Oltre ai gonfiori, detti anche edemi, questa condizione può essere accompagnata da aumento improvviso di peso o fluttuazioni innaturali dello stesso come anche rigidità delle articolazioni.
La cellulite, invece, è una patologia caratterizzata da uno stato infiammatorio del tessuto adiposo sottocutaneo, o pannicolo adiposo, e rappresenta uno stadio avanzato della ritenzione idrica. Questa condizione infiammatoria comporta l’aumento, in termini di numero e di volume, delle cellule adipose e alla modifica del tessuto connettivo di sostegno in fasci fibrotici. Questa alterazione del tessuto connettivo è la responsabile delle fossette irregolari che vengono a crearsi sulla pelle che presenta, in questo caso, la cosiddetta buccia d’arancia.
La principale differenza tra ritenzione idrica e cellulite è che la prima rientra nella categoria degli inestetismi, nonostante a volte possa essere il campanello d’allarme di alcune patologie sottostanti come problematiche al cuore e ai reni, oppure dipendere da allergie e infiammazioni. La cellulite invece è da considerarsi una vera e propria patologia, con il nome scientifico è “panniculopatia edematosa fibrosclerotica”, che se non trattata tempestivamente può comportare una degenerazione importante della microcircolazione del tessuto sottocutaneo con conseguente dolore nelle zone colpite.
Come capire se si tratta di cellulite o ritenzione idrica
Prima di procedere con trattamenti mirati con massaggi, fanghi o farmaci è bene comprendere a quale di queste due condizioni si è di fronte.
Per capire se si è affetti da ritenzione idrica, oltre ad individuare la presenza dei principali sintomi, è possibile eseguire un piccolo test in completa autonomia.
Se esercitando per qualche secondo una leggera pressione sulla pelle di cosce o gambe con le dita, intorno a queste si forma un alone bianco, allora è molto probabile che ci si trovi davanti ad un ristagno di liquidi.
In caso si sospetti di soffrire di cellulite, invece, basterà prendere una porzione di pelle con le dita, pizzicandola, e se all’interno di quest’ultima si formeranno dei piccoli buchi quanto grumi, è quasi sicuro che ci si trovi di fronte a questa patologia.
Nonostante attraverso questi due test casalinghi sia possibile farsi un’idea sulla presenza di una o dell’altra condizione, è bene ricordare che l’unico modo per avere una diagnosi certa consiste nel rivolgersi ad un medico.
Quest’ultimo, infatti, è in grado di effettuare una valutazione precisa della disfunzione presente attraverso la prescrizione di esami e l’uso di strumentazioni quali ecografie, doppler o ecocolordoppler venoso. Una volta completata la diagnosi, lo specialista indicherà come trattare il disturbo presente, elargendo ad esempio consigli alimentari sui cibi da evitare o moderare come anche segnalando quali esercizi e tipologia di attività fisica prediligere.
Consigli utili per ridurre la ritenzione idrica
Eliminare i liquidi in eccesso è un’esigenza di molte donne. Passare diverse ore in piedi o al contrario sedute con le gambe accavallate, rende difficile il ritorno venoso e quindi l’adeguato fluire del sangue.
Tra le buone abitudini da mettere in pratica per contrastare questo inestetismo, rientrano:
- bere almeno 2 litri di acqua al giorno;
- ridurre l’uso di sale come condimento;
- scegliere uno stile di vita che permetta di ridurre fumo e alcool;
- assumere drenanti (link all’articolo sui drenanti che andremo a pubblicare) per favorire il microcircolo ed eliminare le tossine;
- fare attività sportiva e mantenersi attivi;
- evitare indumenti troppo stretti e costituiti da materiali sintetici.
Queste buone norme aiutano a sentire gambe più leggere e ridurre la sensazione di gonfiore e pesantezza. In particolare scegliere degli elementi drenanti da assumere attraverso decotti, tisane o prodotti che favoriscono il microcircolo che si trovano in farmacia, permette di notare un miglioramento.
Ritenzione idrica e cellulite sono due condizioni molto simili anche se in diversi casi possono essere causate da fattori analoghi. Ciò nonostante è importante tenere presente che in realtà si tratta di un disturbo e di una patologia.
Essendoci di base delle caratteristiche biologiche diverse tra loro, ritenzione idrica e cellulite richiedono cure e attenzioni mirate, da valutare individualmente sulla base della situazione.
Fonti:
https://magazine.santagostino.it/differenza-cellulite-ritenzione-idrica/
https://www.my-personaltrainer.it/salute/cellulite-ritenzione-idrica.html