La dieta chetogenica è stata ideata quasi un secolo fa dai pediatri Rollin Woodyatt e Mynie Peterman per trattare bambini soggetti a epilessia, ma nel tempo ha assunto nuovi utilizzi per i suoi benefici.
In sintesi, vediamo cos’è: la chetosi è lo stato in cui il nostro organismo brucia grasso per produrre energia. La dieta chetogenica si basa quindi sulla riduzione dei carboidrati alimentari, obbligando così l’organismo ad aumentare il consumo energetico dei grassi contenuti nel tessuto adiposo.
La dieta chetogenica è caratterizzata da un ridotto apporto di carboidrati, un elevato apporto di proteine e un normale o elevato apporto di lipidi. La restrizione dei carboidrati porta ad esaurire entro due giorni le riserve di glucosio sotto forma di glicogeno, e alla formazione dei corpi chetonici. La dieta chetogenica, o una dieta con alti grassi e bassi carboidrati, sta riscuotendo successo.
Dieta chetogenica e livelli di colesterolo
Dobbiamo tenere sotto controllo i nostri valori di colesterolo: LDL è un acronimo che sta per Low Density Lipoprotein (lipoproteine a bassa densità) e questa è la forma di colesterolo che viene ritenuta cattiva. HDL è un acronimo che sta per High Density Lipoprotein (lipoproteine ad alta densità) ed il loro ruolo primario nel corpo è quello di spazzare le particelle LDL per riportarle al fegato e poi essere riciclate.
LDL e HDL si occupano prevalentemente di trasportare il colesterolo, con una grande differenza: le LDL sono molto importanti perché hanno la funzione primaria di trasportare i nutrienti liposolubili all’interno delle membrane cellulari per essere utilizzate dalla cellula stessa (cioè ai tessuti), mentre le HDL sono deputate alla rimozione del colesterolo in eccesso presente nel sangue per riportarlo al fegato. Le LDL aiutano anche a fornire i grassi saturi alla membrana cellulare, altro importante componente per la vitalità cellulare.
Avere un rapporto bilanciato di questi valori, LDL e HDL, significa che queste due lipoproteine stanno lavorando insieme in modo corretto. Se si segue una dieta chetogenica ben formulata ci aiuta ad incrementare le HDL, abbassando i trigliceridi, mentre le LDL invece rimarranno probabilmente uguali o leggermente superiori. Va sottolineato che lo stile di vita ha una grandissima influenza sul rischio di sviluppare problemi di colesterolo alto, ma la buona notizia è che possiamo quindi intervenire su numerosi fattori modificabili, grazie a una dieta, seguita da uno specialista, una vita sana, priva di fumo e ricca di movimento fisico.
I vantaggi della dieta chetogenica
- Perdita di peso. La dieta chetogenica determina una rapida perdita di peso. Così ha cominciato a essere usata come regime alimentare, tanto che in Finlandia il ministero della Salute l’ha voluta come terapia di prima scelta per il trattamento di obesità e relativi fattori di rischio ed è risultata efficace nel migliorare i parametri di rischio cardiovascolare, il diabete di tipo 2, l’intolleranza al glucosio e la dislipidemia. Il dimagrimento che si ottiene è a spese dei tessuti muscolari e dei liquidi, con una diminuzione della massa muscolare e un immediato rallentamento metabolico. Quindi, se da un lato la dieta chetogenica può portare un rapido dimagrimento, facilitato anche dalla sensazione di sazietà data dai corpi chetonici, dall’altro è bene conoscerne i possibili effetti, rivolgendosi a uno specialista se si decide di iniziare questo tipo di regime alimentare.
Cosa mangiare con la dieta chetogenica?
- Possono essere inserite nella dieta chetogenica la maggior parte delle bacche (frutti di bosco) in quantità moderate: esempio mirtilli, fragole e lamponi possono essere consumati in piccole quantità. Un esempio: 100 grammi sono pari a tre manciate di mirtilli. Invece le more risultano più zuccherine, quindi è preferibile non esagerare.
Per la restante frutta? Tutti i frutti contengono carboidrati principalmente sotto forma di fruttosio, sono dei veri e propri “dolci” naturali. Quindi la frutta va inserita in quantità ridotte e non più di una volta al giorno. Vanno esclusi i cachi e le banane, molto zuccherine. In ogni caso si possono consumare discrete quantità di verdure dalle quali si ottiene buona parte dei nutrienti contenuti nella frutta, ma che contengono pochi zuccheri.
- Anche le verdure vanno scelte con attenzione. Quelle consentite, che si possono mangiare liberamente, sono: tutte le verdure a foglia, biete, broccoli, cardi, cavolfiori, cavoli, cetrioli, cime di rapa, fiori di zucca, finocchi, peperoni verdi, ravanello, radicchio, sedano, spinaci e zucchine. Le verdure che devono essere consumate in quantità controllate: asparagi, carciofi, cavolini di Bruxelles, cipolline, fagiolini, melanzane, peperoni gialli e rossi, pomodori, porri, rape e zucca gialla. Sono da escludere completamente, in quanto zuccherine: le barbabietole, le patate e le carote cotte (crude, in piccole quantità).
- Tra i pasti principali è possibile fare uno spuntino, ad esempio con cento grammi di yogurt greco magro. Oltre all’acqua, si possono bere tisane e tè non zuccherati, mentre il caffè d’orzo va consumato con moderazione.
- Sono invece da evitare: i cereali, le patate, i legumi, la frutta, le bevande alcoliche, le bibite zuccherate e i dolciumi vari. Inoltre, si devono mangiare grassi ad ogni pasto: sono ammessi come noci (mandorle, noci), semi, avocado, tofu e olio d’oliva, i grassi saturi di oli (palma, cocco), lardo, burro e burro di cacao sono incoraggiati in quantità elevate.
Fonti:
https://nutridinazione.wordpress.com/2018/02/16/colesterolo-e-dieta-keto/
www.corriere.it/salute
www.sole24ore.com /dieta chetogenica