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Pubblicato il 15 Maggio 2017 | Ultima modifica il 5 Dicembre 2019

Colesterolo

Il legame tra colesterolo e diabete

Continuiamo a occuparci del legame tra colesterolo e diabete parlandovi degli interessanti risultati di uno studio pubblicato sull’International Journal of Endocrinology da un gruppo di ricercatori guidato da Saleh Aldasouqi della Michigan State University (Usa) secondo cui in caso di assunzione di farmaci contro il diabete sarebbe meglio non digiunare prima degli esami del sangue effettuati per misurare i livelli di colesterolo. Non si tratta di un problema legato al legame tra colesterolo e glicemia, ma dal fatto che quest’ultima potrebbe scendere pericolosamente.

Nella seguente tabella sono riportati i dati emersi dallo studio:

 

totale

alto rischio di ipoglicemia da digiuno (fasting-evoked en route hypoglycemia in diabetes, FEEHD)
numero di partecipanti363269
casi di FEEHD nei 12 mesi precedenti62

(17,1%)

59

(21,9%)

partecipanti che hanno consultato il medico dopo FEEHD33

(53%)

partecipanti che dopo FEEHD hanno ricevuto istruzioni dal medico per prevenirla22

(35%)

conclusione degli autorisono necessarie linee guida specifiche per la prevenzione della FEEHD

Quando sentiamo parlare di glicemia, pensiamo subito al diabete. Tuttavia un pensiero dovrebbe andare anche all’ipercolesterolemia. Esiste una relazione tra colesterolo e diabete che porta a un aumento del rischio di patologia cardiovascolare.
Il diabete infatti, se non curato nel modo corretto, porta al danneggiamento delle pareti vascolari, che a causa dell’elevato tasso glicemico, genera una perdita di elasticità delle pareti vasali.
La presenza di entrambe le patologie può portare a danni molto seri, fino a una calcificazione delle arterie.

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LDL e HDL

Quando parliamo di colesterolo, ci viene in mente la classificazione in:

  • LDL: lipoproteine a bassa densità, trasportano il colesterolo nel sangue e lo cedono ai tessuti. Vengono chiamate colesterolo cattivo a causa della loro capacità di ossidarsi e portare alla formazione di placche aterosclerotiche,
  • HDL: lipoproteine a densità alta, dette colesterolo buono, che captano il colesterolo nel sangue e lo riportano al fegato.

Un livello di colesterolo troppo elevato può riflettersi in una concentrazione di LDL elevate e quindi in un aumento del rischio di deposito di colesterolo a livello delle pareti vascolari con possibilità di ictus o infarti.

Ad oggi, i meccanismi di base che regolano il rapporto tra diabete e ipercolesterolemia non sono ancora del tutto chiari; si ritiene però che la resistenza all’insulina, l’ormone che regola i livelli di zucchero nel sangue, abbia un ruolo chiave.

Quello che bisogna fare è non sottovalutare il legame tra queste due patologie.

Quali sono gli effetti della glicemia sul colesterolo?

  • C’è un influenza da parte della glicemia sull’accumulo di colesterolo cattivo nel sangue, quindi delle LDL. Inoltre, nel caso del diabete di tipo 2, quello non insulina dipendente (detto anche dell’adulto), tendono a generarsi LDL più piccole e dense, che restano più a lungo nel sangue e penetrano più facilmente nelle pareti delle arterie, ossidandosi con più facilità. Questo si riflette in un processo arteriosclerotico più rapido.
  • Non solo glicemia e LDL possono essere correlati, ma anche il diabete può essere associato a bassi livelli di HDL, il colesterolo buono. Nei soggetti diabetici è stata osservata una riduzione della capacità delle HDL di proteggere le LDL dall’ Questo processo favorisce un aumento della formazione di placche e, quindi, il restringimento dei vasi.
  • Nel diabetico troviamo anche un aumento dei trigliceridi che comporta una diminuzione delle HDL, perché l’aumentata produzione di trigliceridi implica una maggiore eliminazione di HDL.

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I valori ottimali:

Le analisi del sangue fanno luce su vari aspetti della salute. I valori di glicemia, colesterolo e trigliceridi sono importanti per determinare i rischi di sindrome metabolica e malattie cardiovascolari e pertanto vanno sempre tenuti d’occhio.

  • glicemia: Uomo/donna: 65-110 mg/decilitro
  • colesterolo:
    • Totale: 20-200 mg/decilitro
    • Hdl: 40-80 mg/decilitro
    • Ldl: <130 mg/decilitro

Il diabete è, quindi, un importante fattore di rischio cardiovascolare. È fondamentale seguire uno stile di vita sano. Bisogna per questo fare attenzione a tutto ciò che si porta a tavola: mangiare frutta e verdura, alternare il consumo di carne a quello di pesce, latticini e uova. Fare attenzione ai condimenti, ai grassi saturi e soprattutto al sale (non più di 5g al giorno).

Piccoli gesti quotidiani possono aiutare il tuo benessere

Abbiamo parlato fino ad ora del legame tra diabete e colesterolo e abbiamo analizzato le patologie e i valori connessi ad esse. La domanda sorge spontanea: cosa possiamo fare, nella quotidianità, in supporto ai trattamenti adeguati?

Condurre uno stile di vita sano può sembrare la risposta più scontata, e lo è, ma è anche la più veritiera. Uno stile di vita sano si compone di una dieta bilanciata, un ritmo regolare di sonno-veglia e di attività fisica. L’attività fisica, infatti, può aiutare a combattere diabete e colesterolo alto. L’esercizio fisico migliora la sensibilità all’insulina e promuove l’uso del glucosio. La migliore tra tutte resta l’attività aerobica, che aiuta anche ad aumentare le HDL.

Per concedersi un momento di relax a fine giornata, infine, possiamo preparare un tè alla cannella. Questa spezia, dunque assolutamente naturale, è comprovato che aiuti ad abbassare i livelli di glucosio e colesterolo nel sangue. Non può essere sostitutiva, ovviamente, di alcun trattamento prescritto dal medico, ma, aggiunta nei dolci, nelle bevande o preparata sotto forma di tè, è da considerare un coadiuvante naturale. È stata notata, infatti, una correlazione tra l’utilizzo di cannella nei malati di diabete di tipo 2 e ipercolesterolemia e il miglioramento dei livelli di glucosio e colesterolo nel sangue.

Fonti:
– Aldasouqi S et al. Fasting-Evoked En Route Hypoglycemia in Diabetes (FEEHD): An Overlooked Form of Hypoglycemia in Clinical Practice. Int J Endocrinol. 2018 Oct 24;2018:1528437. doi: 10.1155/2018/1528437

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