Una ricerca condotta recentemente dall’Imperial College di Londra e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) parla chiaro: negli ultimi 40 anni l’obesità giovanile nel mondo è triplicata. In Italia la percentuale di bambini obesi e in sovrappeso è in aumento, aggirandosi attorno al 30% del totale, senza contare le differenze territoriali, dove in alcune regioni del sud si arriva fino al 40%.
Nonostante la consapevolezza di un alto grado di malnutrizione nel mondo, l’obesità in generale e soprattutto quella giovanile si sta espandendo in moltissimi paesi a macchia d’olio, causando, se non fermata precocemente, problemi di salute anche molti seri.Ma cosa s’intende esattamente con il termine obesità? Si tratta di un eccessivo accumulo di grasso che solitamente viene misurato attraverso l’indice di massa corporea (IMC). L’IMC si ottiene dividendo il peso (espresso in Kg) per il quadrato dell’altezza (espressa in metri). Anche se l’informazione ottenuta da questo indice non è del tutto completa, (non rileva la distribuzione del grasso nell’organismo e non distingue tra massa grassa e massa magra), è uno dei metodi più utilizzati per definire le condizioni di sovrappeso e obesità. I valori stabiliti dall’OMS riguardo l’IMC sono:
- sovrappeso = IMC da uguale o superiore a 25 fino a 29,99
- obesità = IMC uguale o superiore a 30
Cause e fattori di rischio dell’obesità giovanile
Stili di vita scorretti, in particolare un’alimentazione ipercalorica ed eccessiva sedentarietà, sono senz’altro le cause principali dello sviluppo dell’obesità giovanile. Ma non solo: anche l’influenza dei genitori e le condizioni sociali, economiche e culturali giocano un ruolo importante. Le fasce di popolazione più svantaggiate e disagiate tendono, per esempio, a seguire una dieta più economica a base soprattutto di grassi e carboidrati ricchi di conservanti e additivi, rispetto a frutta e verdura, alimenti sicuramente più cari.
Il rapporto genitori-figli è un punto da non trascurare: la famiglia è, infatti, il luogo privilegiato di apprendimento dell’educazione alimentare. I genitori sono dei veri e propri influencer verso i loro bambini, sia per quanto riguarda le abitudini a tavola, sia nel campo dell’attività sportiva. Esiste una forte correlazione tra mamme e papà normopeso che seguono una dieta sana e equilibrata e l’alimentazione dei rispettivi figli, che saranno più attenti e in salute. Il benessere alimentare dei più piccoli è quindi in gran parte nelle mani della famiglia: seguire le regole di una corretta alimentazione già nei primi anni di vita è fondamentale per prevenire accumulo di grasso in eccesso e la comparsa di patologie in età adulta. Educare i genitori attraverso un percorso che si basi soprattutto sulla prevenzione può essere di grande aiuto per combattere almeno in parte sovrappeso e obesità giovanile dei figli. Anche la scuola, dove oggi si passano molte ore, ha cambiato il tipo di alimentazione secondo le direttive ministeriali.
Le problematiche correlate all’obesità giovanile
Si tratta quindi di una patologia seria, riconosciuta ormai in tutto il mondo come un fattore di rischio importante. L’insorgenza dell’obesità giovanile può portare, fin dalla tenera età, a:
– difficoltà respiratorie;
– mobilità ridotta e problemi articolari;
– disturbi dell’apparato digerente e di carattere psicologico. Spesso, infatti, i bambini in sovrappeso sono isolati dal resto del gruppo rendendo estremamente difficile qualunque forma di socialità;
– perfino la componente genetica non è da sottovalutare: diversi studi hanno evidenziato casi, anche se sporadici, di bimbi predisposti all’obesità che fin da neonati hanno un accumulo notevole di grasso corporeo. È probabile quindi che esistano fattori genetici in grado di favorire o meno la capacità di perdere peso e di mantenerlo basso o viceversa.
Il ruolo fondamentale della prevenzione
Una volta il diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, o la presenza della sindrome metabolica (un insieme di alterati fattori di rischio, come l’ipercolesterolemiaChe cos’è l’ipercolesterolemia? Per ipercolesterolemia ...) si riscontravano negli adulti, oggi purtroppo anche i bambini obesi non ne sono immuni. È necessario, allora, educare i giovani a uno stile di vita sano e corretto (dieta, esercizio fisico) iniziando con una prevenzione efficace e precoce. Naturalmente quest’ azione dovrà essere svolta da chi è più vicino ai piccoli e ai ragazzi in modo da rendere per i primi quanto può apparire difficile in facile e piacevole, mentre per gli adolescenti l’aiuto deve essere capillare, quasi silenzioso in modo da non ottenere l’effetto opposto.
La promozione di comportamenti alimentari sani e corretti deve avvenire grazie alla sensibilizzazione delle famiglie, degli educatori, degli amici e dei media in modo che i giovani si sentano sostenuti in un cambiamento a volte radicale. Per iniziare, chi prepara i pasti può aumentare in tavola le porzioni di frutta, verdura e cereali ricchi in fibra e limitare le quantità per controllare meglio le calorie.
Di seguito invece un elenco che può essere di aiuto per iniziare il percorso di educazione alimentare:
- assumere regolarmente 5 pasti al giorno (tre pasti principali e due merende);
- evitare i fuori pasto;
- evitare il consumo di alimenti ad alta densità energetica e poveri di nutrienti (es. bevande zuccherate, bevande energetiche, succhi di frutta, alimenti fast food, snack ad alta densità energetica);
- praticare costante esercizio fisico: bambini ed adolescenti dovrebbero trascorrere mediamente almeno 60 minuti al giorno in attività fisica moderata/intensa per migliorare la salute metabolica e ridurre il rischio di un eccessivo incremento di peso;
- ridurre il tempo trascorso in attività sedentarie (televisione, videogiochi, uso ricreativo del computer);
Per combattere l’obesità giovanile, negli ambienti scolastici, sarebbe utile implementare programmi completi che promuovano un’alfabetizzazione sanitaria e nutrizionale e l’attività fisica in età scolare (stabilendo standard per i pasti scolastici, eliminando la vendita di alimenti e bevande non salutari a scuola e inserendo nel curriculum scolastico programmi specifici di educazione fisica).
Fonti:
https://www.epicentro.iss.it/obesita/obesita
https://www.who.int/end-childhood-obesity/news/launch-final-report/en/