“Non ci sto più dentro!” è una delle frasi più comuni che pronunciamo o che ripetiamo a noi stessi come fosse un mantra quando ci sentiamo sotto pressione, quando lo stress ci stritola, quando il lavoro e le cose della vita ci tolgono il respiro. Il rischio è di finire nella rete della sindrome da burnout!
Il burnout è uno stato di esaurimento emotivo e psico-fisico causato da stress prolungato ed eccessivo. Ci si sente sopraffatti, emotivamente svuotati, e non in grado di soddisfare le proprie esigenze. Si perdono motivazioni e interessi, si riduce la propria energia, con una sensazione di impotenza che aumenta sempre di più.
Benché questa condizione sia opprimente e destabilizzante, paradossalmente alcune persone sono così abituate a vivere lo stress e l’ansia che non ricorda com’era, e potrebbe essere, la vita senza questo peso continuo e costante.
Anzi…talvolta si ha il timore che liberandosi di problemi, responsabilità e di pressione, la nostra esistenza sarebbe vuota!
Perché si cade in burnout?
Le ragioni del burnout da lavoro sono varie:
- desiderio di soddisfare la propria autostima
- difficoltà negli ambienti di lavoro
- rapporti difficili con superiori, colleghi, utenti
- sovraccarico di lavoro
- mancanza di controllo
- gratificazioni insufficienti
- crollo del senso di appartenenza
- assenza di equità e scarsa remunerazione.
Tutto questo compromette la propria autostima e l’identità personale né è ferita; si rinuncia alle proprie responsabilità professionalie il disinteresse sul lavoro cresce fino al rifiuto delle relazionicon i propri colleghi. Le motivazioni iniziali si esauriscono, il rapporto si spersonalizza e di conseguenza si genera un fallimento professionale che potrebbe apparire anche come un fallimento personale, perché vita, lavoro e rapporti si confondono e diventano un tutt’uno.
Sintomi e segnali della sindrome da burnout
I segnali d’allarme che potrebbero metterci in guardia dal rischio di “bruciare”, dentro e fuori, sono piuttosto evidenti.
Si comincia con l’ostentare una iperattività che porta asentirsi indispensabili.
Si negano i propri bisogni e le proprie necessità di carattere personale.
Il tempo libero diventa un nemico da combattere, così come le relazioni sociali.
La vita emotiva si appiattiscee lascia il posto a una progressiva indifferenza; ci si isola sempre di più e, fuori dal lavoro, ci si annoia.
Poi col tempo il nostro impegno, anche sul fronte lavorativo, si riduce e ci si sente delusi, frustrati e sfruttati. Depressione e irascibilitàsono in agguato.
Abbiamo perso il senso delle cose che contano veramente, e quindi della vita stessa.
Le persone colpite da burnout non hanno una visione positiva del proprio futuro, ed è questa la caratteristica più grave e preoccupante. Per questo motivo è importante intervenire in modo adeguato chiedendo un aiuto psicologico.
Come evitare o superare il burnout
Alcuni studi tra i più riconosciuti invitano a non idealizzare il proprio lavoro, e a ricondurre le aspettative alla realtà.
Altri atteggiamenti positivi e utili sono:
- evidenziare i lati positivi e i valori positivi della professione;
- coltivare sempre interessi al di fuori dell’ambiente lavorativo;
- socializzare, parlare con un amico o un familiare, senza chiudersi maied evitare di parlare con i colleghi solo del lavoro, ma aprirsi anche ad altri argomenti.
Potrebbe essere di grande aiuto, per noi stessi e per coloro che ci circondano, cambiare punto di vista e riconsiderare le priorità,mettendole nell’ordine giusto, secondo una prospettiva di vita che ci possa permettere di darle un senso per evitare di “bruciare dentro”.
Fonti:
http://www.psicologiadellavoro.org/burnout-d1/
http://www.ausl.fe.it/azienda/hospice/modulo-6-la-sindrome-del-burnout/