“Il segreto della longevità? Saper scegliere con intelligenza gli antenati…” Questa suggestiva provocazione dello scrittore e docente universitario Guseppe Prezzolini, per ovvie ragioni, è piuttosto difficile da seguire; molto più semplice e assolutamente alla nostra portata è la possibilità di scegliere con attenzione cibi che allungano la vita la cui corretta combinazione può trasformarsi in una vera e propria dieta della longevità.
Se poi a questa attenzione, si associa la fortuna di vivere in alcune zone prodigiose del mondo, le probabilità di una lunga e salutare esistenza si moltiplicano.
Dove si vive più a lungo?
Quesito interessante e affascinante al quale in molti hanno cercato di dare giuste risposte e spiegazioni: dalla Sardegna (Villagrande/Olgiastra), al Giappone (Okinawa), dalla Grecia (Ikaria), alla California (Loma Linda), fino ad arrivare a Nycoia in Costarica. Queste sono le cosiddette “Blue Zones”, le cinque aree in cui si concentrano le popolazioni più longeve della Terra.
In ogni caso dal Giappone alla Sardegna, la vera sfida per una lunga vita si vince anche a tavola in qualsiasi angolo del mondo e non solo in virtù di un particolare patrimonio genetico. Un corretto stile di vita può fare la differenza ovunque. Secondo l’Aigo (Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri), chi supera il traguardo dei cento anni tende, infatti, a consumare in abbondanza alimenti vegetali, predilige i grassi vegetali e non esagera con le calorie.
Dieta della longevità, gli alimenti migliori
Alimenti non di origine industriale e poco raffinati
La dieta della longevità di molti dei centenari “campionati” tende a ridurre l’assunzione di calorie (tra le 1200 e le 1500 il giorno) senza per questo trascurare un’adeguata nutrizione. Il cibo può essere una vera medicina naturale e nei casi più fortunati, un elisir di lunga vita. Alimenti semplici e pasti composti in media dal 70% di vegetali e dal 30% di proteine magre.
Cereali integrali, frutta, verdura a foglia verde e legumi sono i cibi che allungano la vita alla base della dieta delle popolazioni che abitano nelle Blue Zones. A questa formula si aggiungono alcune piccole raccomandazioni.
Occhio ai latticini
Senza esagerare gli esperti consigliano di ridurne il consumo poiché il sistema digestivo umano di un adulto non è pensato per digerire il latte.
Ridurre uova e carne
Meglio mangiare un solo uovo per pasto con un massimo di tre alla settimana. La dieta della longevità delle “zone blu” prevede poco consumo di carne rossa, preferendo quella bianca, migliore se proveniente da allevamenti bio o a conduzione familiare. Bianca o rossa che sia, al posto della carne è meglio consumare legumi o pesce, noci, verdure e cereali in quanto apportano alla nostra dieta proteine di tipo vegetale e gli aminoacidi essenziali di cui abbiamo bisogno.
Pane, ma solo integrale
Un alimento fondamentale nella dieta della longevità è il pane integrale (segale, orzo e frumento).
Poco zucchero
Ridurre il consumo di zucchero: (non più di quattro cucchiaini al giorno). Eliminare caramelle e merendine confezionate. Torte e biscotti solo due volte la settimana. E ricordarsi che un cucchiaino di miele va bene e forse di più di un cucchiaino di zucchero.
Stile di vita
Lo stile di vita ha la sua importanza. Nelle Blue Zones si coltivano interessi e passioni che distraggono dalle tentazioni di vizi e stravizi, ad esempio di fumo e alcool. Gli abitanti di queste zone conducono una vita poco stressante e tendono a socializzare molto di più, così come hanno avuto modo di riscontrare studiosi e giornalisti alla ricerca del segreto per una lunga vita. È stato riscontrato, inoltre, che le persone ultra centenarie non abbiano in generale praticato sport in maniera costante o a livelli agonistici, al contrario l’attività fisica svolta era ben inserita nella vita di tutti i giorni (prendersi cura del giardino o camminare molto e a passo svelto per spostarsi da un luogo all’altro). Consigliabile una piccola siesta pomeridiana e dare spazio all’amore e agli affetti sinceri, anche in età avanzata.
Fonti: