Sempre più spesso si parla di tecniche del parto naturale in acqua e molte donne, anche in Italia, optano per questa modalità: si stima che una donna su dieci partorisca in acqua. Molte strutture si stanno così attrezzando per venire incontro a questa nuova esigenza delle future mamme, che pensano che questo sia il metodo più naturale e sereno per accogliere il neonato alla vita. Gli ospedali perciò si stanno dotando di apposite vasche dove la donna immersa in acqua può dare alla luce il proprio bimbo.
Perché un parto in acqua?
Il parto nell’acqua calda rappresenta per il bambino la nascita meno traumatica: uscire dal ventre materno per immergersi nell’acqua crea infatti in lui sensazioni simili a quelle già vissute durante la gravidanza. Non c’è nessun violento cambiamento tra il prima e il dopo: il bimbo non si trova a fatica sovraesposto a luci e rumori; passa con naturalezza dal caldo liquido amniotico alla tiepida acqua ed il suo è un venire al mondo dolce e tranquillo. La paura di molte mamme è che il bambino non possa respirare appena nato, o che ingoi dell’acqua: il bimbo non ha il riflesso della respirazione finché non esce fuori da un ambiente liquido, come quello in cui viveva durante la gravidanza. Alla mamma, inoltre, l’acqua procura un effetto rilassante, che rende il travaglio più breve e il parto più facile e sicuro.
L’acqua e la nascita: tutti i benefici
Le donne che decidono di partorire in acqua possono scegliere di farlo o in casa procurandosi tutto il necessario con l’assistenza di un’ostetrica, o in uno dei diversi ospedali abilitati per offrire il parto in acqua.
Nel corso di un parto in acqua in un ospedale, la mamma e il bambino avranno le stesse cure delle altre mamme, con in più tutti i benefici derivanti proprio dalla scelta di partorire nell’acqua.
- La mamma in acqua si sente più rilassata e capace di controllare maggiormente cosa succede nel suo corpo e può vivere con ancora maggior coinvolgimento personale il momento in cui il bimbo nasce
- La mamma immersa nell’acqua si sente galleggiare e perciò ha una sensazione di leggerezza ed entra in contatto con la sua parte più profonda, lasciando agire l’ipofisi, responsabile della produzione di ossitocina, riducendo il dolore
- Il numero di episotomie si riduce
- L’acqua facilita il rilassamento della muscolatura e aumenta la produzione di endorfine, analgesici naturali, e, come si è visto, di ossitocina, responsabile delle contrazioni uterine, innescando più rapidamente il travaglio
Durante il parto in acqua si usa uno speciale strumento, il Doppler subacqueo, per monitorare il battito cardiaco del bambino, e la donna, che partorisce in acqua, riceve farmaci attraverso una flebo.
È più raro che sia necessario intervenire, oltre che con un’episiotomia, anche con altre operazioni come la manovra Kristeller, ancora diffusa in Italia. Questi interventi dolorosi per la mamma non sono necessari durante il parto in acqua perché è più facile la fase delle spinte.
Chi può scegliere il parto in acqua?
Ogni donna, se ha avuto una gravidanza sana e priva di complicazioni, può prendere in considerazione le tecniche del parto naturale in acqua. In caso di perdite di sangue durante i nove mesi, complicanze come infezioni in gravidanza o herpes presente al nono mese, bimbo in posizione podalica o parto gemellare, è meglio chiedere al proprio ginecologo se il parto in acqua è possibile o meno. Inoltre per scegliere il parto in acqua il travaglio dovrà essere iniziato spontaneamente e la sacca non dovrebbe essersi rotta prima di 18 ore. Nel parto in acqua non è possibile somministrare anestesia epidurale, perciò le partorienti devono affidarsi completamente al loro corpo e alle sue capacità di reggere al dolore. Tuttavia se il dolore durante il parto in acqua si facesse troppo intenso o il travaglio troppo lungo, si può sempre uscire dalla vasca.
Al primo posto, infatti, c’è sempre il benessere della mamma: il parto in acqua, naturale o cesareo deve essere un momento da vivere con serenità per la mamma e il bambino.