Se osserviamo i neonati e le loro espressioni facciali rileviamo facilmente una svariata serie di smorfie associabili a rabbia, dolore, sorpresa, disgusto. Ma quando iniziano a sorridere i bambini?
Il primo sorriso non si scorda mai
Quando iniziano a sorridere i neonati: questo momento resta impresso per sempre nella memoria dei genitori. La domanda che si sono posti gli studiosi di neurologia e scienze cognitive è quando il neonato impari a sorridere, e se provi felicità in quel momento.
La ricerca più avanzata in questo campo è stata condotta nel quartier generale del “Babylab” ovvero Laboratorio per Neonati, nel Centro Studi sullo sviluppo cognitivo e cerebrale di Birkbeck, Università di Londra. Qui si analizza come il sorriso e il riso siano indice di comprensione del mondo e come i neonati, non diversamente dagli adulti, ridano dinanzi a cose insolite e che li sorprendono.
Quando iniziano a sorridere i neonati?
I neonati di pochi mesi, in genere, non sono capaci di sorridere; sulla ragione di questo sono nate varie speculazioni teoriche: è stato supposto che ciò fosse dovuto all’assenza di ricordi, ossia alla mancanza di un sufficiente numero di esperienze “felici” tali che, riproposte successivamente, potessero richiamare i ricordi originari e suscitare il sorriso.
Freud, a suo tempo, ipotizzò una sorta di “amnesia infantile” che avrebbe azzerato i ricordi della primissima infanzia, perché abbinati a esperienze sessuali represse.
Le ricerche più aggiornate, considerano il momento in cui i neonati iniziano a sorridere come una relazione tra la memoria e la capacità di pensare in modo autoreferenziale. La memoria, per formarsi, necessita di connessioni stabili tra i neuroni, che diano luogo al formarsi e al consolidarsi dei ricordi; un processo che la continua generazione di neuroni, tipica dei neonati, non permette di instaurarsi. Al medesimo tempo, per percepirsi felici e sorridere, occorre avere sviluppato quella che i neuro-scienziati chiamano “rete cerebrale di default”, che nei neonati non è ancora del tutto sviluppata ma che si rinsalda con il passare dei mesi.
Il sorriso del neonato come strumento di apprendimento
Nell’Università di Birkbeck, a Londra, s’indaga quando i neonati iniziano a sorridere, per capire come i bambini apprendano, e si fa usando tecniche avanzate, come il rilevamento del movimento oculare chiamato “eye-tracking” che cattura il riflesso corneale attraverso raggi infrarossi collegati a un computer. Tracciare esattamente cosa attrae lo sguardo di un bambino e misurare l’attività cerebrale con l’elettroencefalogramma ha significato enormi sviluppi negli studi cognitivi degli ultimi decenni.
Si inizia a sorridere per imitazione
Altra interessante scoperta dei ricercatori londinesi è che i maschietti sorridono più frequentemente delle femminucce (50 volte al giorno contro 37) e che i primi sorrisi avvengano come semplici reazioni fisiologiche durante la fase REM del sonno. I sorrisi di tipo emozionale invece sorgono solo da stimoli che derivano dalla mamma o dal papà. In particolare, i neonati amano osservare le espressioni del viso dei genitori e provano a imitarle, in modo speciale provano a imitare i loro sorrisi. Già a due mesi i neonati reagiscono al bagnetto e al solletico con un sorriso, mentre fino a circa sei mesi il sorriso è un elemento di gratificazione che il bimbo restituisce a chi lo sta intrattenendo: i neonati iniziano a sorridere come prima forma di collante sociale e di apprendimento umano.
Fonti:
http://www.bbk.ac.uk/news/new-study-provides-unique-insights-regarding-how-children-learn-to-attend-to-social-cues
https://www.independent.co.uk/news/science/revealed-the-serious-science-behind-a-babys-laugh-8225400.html
https://www.ilgazzettino.it/blog/passioni_e_solitudini/sorriso_bambino_graziottin-2329295.html
https://www.eldis.org/