L’ipoacusia è un problema comune che si manifesta con l’avanzare dell’età e con l’esposizione a rumori molto forti, e colpisce due terzi della popolazione oltre i 70 anni. Uno studio condotto dal prof. Charles E. McKenna della USC Dornsife and Harvard University, mostra l’esistenza di una molecola in grado di riparare le cellule degenerate del dotto uditivo. Volendo riassumere tale studio, si ipotizza che in una farmaco-molecola all’interno dell’orecchio permetta la rigenerazione e la creazione delle cellule nervose e la loro connessione già nella coclea dell’orecchio che rappresenta la vera parte uditiva dell’orecchio.
Lo studio americano potrebbe rivoluzionare la vita di molte persone che vivono la propria routine giornaliera con qualche difficoltà dovuta a carenza di udito. Non riuscire a godersi tanti piccoli momenti di vita quotidiana può rappresentare un problema non solo da un punto di vista fisico/medico, ma anche debilitante dal punto di vista psicologico.
Oggi però siamo ancora lontani da questo scenario, e l’unica soluzione per rispondere alle problematiche dell’ipoacusia è rappresentata dall’adozione di un apparecchio acustico in qualità di “ausilio” verso l’utente.
La maggior parte dei problemi di udito è legata al progressivo avanzamento dell’età: circa una persona su tre oltre i 65 anni soffre, infatti, di ipoacusia. Altre cause possono essere malattie infettive come otiti e meningiti, traumi, ma soprattutto la prolungata esposizione a suoni e rumori forti.
Come è composto l’orecchio e come si chiamano le sue parti?
Questo organo permette non solo di percepire i suoni del mondo; esso infatti garantisce l’equilibrio del corpo.
Sono 3 le aree di questa parte del corpo umano:
- Orecchio esterno con canale auricolare che porta al timpano;
- Orecchio medio dove si trova le 3 ossa più piccole del corpo umano (incudine, staffa e martello) e la tuba di Eustachio;
- Orecchio interno costituito da vestibolo e coclea.
Come elabora il suono l’orecchio umano?
Il padiglione auricolare funziona come una parabola satellitare che raccoglie le onde sonore (suoni), che sono vibrazioni nell’aria. Le onde sonore entrano attraverso il canale auricolare fino al timpano, questo vibra e fa vibrare a sua volta i tre piccoli ossicini dell’orecchio medio, quindi invia la vibrazione verso l’orecchio interno. Le vibrazioni inviate all’orecchio interno vengono inoltre inoltrate a un organo speciale, conosciuto come coclea.
La coclea ha la forma di una lumaca ed è qui che la vibrazione viene trasformata in segnali elettrici dalle cellule ciliate. Un nervo chiamato “ottavo nervo” trasporta questi segnali elettrici al cervello, dove essi vengono capiti come suoni. La sordità è legata proprio al deperimento delle cellule ciliate le quali hanno la peculiarità di non rigenerarsi.
Ipoacusia a causa dell’età
La riduzione della capacità uditiva è un processo lento e progressivo che può essere legato a cause di diversa natura. Tra i motivi più comuni bisogna annoverare sicuramente l’avanzare dell’età e il naturale invecchiamento dell’apparato uditivo. In questo caso si parla presbiacusia e si manifesta innanzitutto con le difficoltà di comprensione in un ambiente rumoroso.
La presbiacusia è una delle condizioni più comuni che colpiscono adulti e anziani e rappresenta circa il 90% dei casi di perdita uditiva. Il disturbo si manifesta ugualmente su entrambe le orecchie e, poiché la perdita è graduale, spesso non ci si rende conto immediatamente del problema.
Le cause organiche sono numerose, ma tra tutte ricordiamo:
- Cambiamenti nell’orecchio interno dovuti all’invecchiamento;
- Cambiamenti nell’orecchio medio;
- Cambiamenti lungo i percorsi nervosi dall’orecchio al cervello.
- Talvolta anche altre patologie concomitanti e farmaci possono influire sulla perdita dell’udito, come ad esempio la pressione alta o il diabete, così come alcuni chemioterapici.
Ipoacusia a causa del rumore
Una seconda causa d’ipoacusia è legata alla prolungata esposizione a suoni o rumori intensi. È molto complicato distinguere una perdita uditiva legata all’età da quella che può verificarsi per altri motivi. Questo tipo d’ipoacusia può essere immediata o comparire nel tempo, può essere permanente o temporanea, può colpire entrambe le orecchie o una sola.
Purtroppo si tratta di una condizione sempre più comune tra bambini e adolescenti a causa di un uso sconsiderato di auricolari per l’ascolto della musica a elevato volume. Un’esposizione lunga e prolungata a suoni superiori a 85 decibel può causare la perdita dell’udito. Più forte è il suono, minore è il tempo necessario perché avvenga la perdita d’udito.
Oltre all’ascolto prolungato di musica ad alto volume, possono provocare un trauma che danneggia in modo irreversibile le cellule ciliate anche ambienti lavorativi dallo scarso comfort acustico come l’inquinamento acustico urbano.
Altre cause di ipoacusia
Oltre alle motivazioni più usuali, il calo dell’udito è dato anche da fattori quali l’ereditarietà o malattie infantili. Alcuni deficit uditivi possono essere inoltre accompagnati da acufeni, ovvero dalla percezione di fischi o ronzii nell’orecchio.
Rimedi della perdita uditiva
Al momento non è possibile fornire una risposta alla domanda se l’ipoacusia sia del tutto curabile. Le opzioni sono differenti a seconda delle cause e delle forme di perdita d’udito.
- Le infezioni possono essere trattate con antibiotici;
- Le membrane timpaniche perforate e la rigidità degli ossicini possono essere riparati con la chirurgia;
- I condotti uditivi otturati possono essere riaperti o puliti ambulatorialmente.
Questo disturbo si può compensare totalmente o parzialmente con un apparecchio acustico. Un apparecchio acustico, in caso d’ipoacusia lieve o moderata, può migliorare la capacità uditiva amplificando il suono percepito: questi dispositivi sono, infatti, in grado di distinguere il rumore di fondo (come il traffico) dal rumore in primo piano (come una conversazione o il suono del televisore).
Questi dispositivi medici sono disponibili in diversi modelli per dimensioni e modalità di applicazione: alcuni sono abbastanza piccoli da stare all’interno del canale uditivo (apparecchi acustici endoauricolari), caratteristica che li rende quasi invisibili, mentre altri si adattano parzialmente al condotto (apparecchi acustici retroauricolari).
La scelta di quale soluzione adottare è a discrezione di chi ne deve fare uso e della soluzione che meglio rispecchia l’anatomia del proprio orecchio.
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